giovedì 13 giugno 2019

Conclusione

Questo blog mette in evidenza i collegamenti e la complementarietà delle parole legate al concetto di azione in vari ambiti, ad esempio nell'ingegneria (la biorobotica), nella letteratura ("La ribellione delle masse" di Josè Ortega y Gasset), nelle varie forme di arte (i dipintii mosaici e le strutture architettoniche, le immagini e i fumetti di Topolino) e nel giornalismo (l'articolo di cronaca).

Biografia di José Ortega y Gasset

José Ortega y Gasset è stato un filosofo e saggista spagnolo, scrittore molto apprezzato dai contemporanei e dai posteri per il suo uso magistrale di lingua e stile raffinato ma al contempo semplice, accessibile ai più; pensatore acuto ha condotto un’attenta analisi del passato e della tradizione.

Ortega, appartenente al nucleo dei pensatori modernisti, fu un esponente di spicco dell’esistenzialismo (movimento filosofico che comprende quegli indirizzi di pensiero che concepiscono la filosofia non come sapere sistematico e astratto, ma come impegno del singolo nella ricerca del significato e della possibilità dell' "esistenza"),del prospettivismo (dottrina secondo cui il mondo, le cose e gli eventi possono essere analizzati da diversi punti di vista) e del circostanzialismo, perché intende evidenziare l’unicità della vita di ogni essere umano, determinata a sua volta da circostanze spazio temporali.

Un’ opera famosa è “La ribellione delle masse” (1930), che tratta del tema dell'avvento delle società di massa, una condizione storica in cui avviene una profonda rivoluzione, dove nasce "l'uomo massa", che supera la classe sociale, perché può essere sia operaio che intellettuale; per Ortega occorre guardare al futuro e pensare a un nuovo tipo di "destino" con al centro l’uomo, con questa tesi si configura  infine anche come esponente dell’individualismo( posizione morale, una filosofia politica, un'ideologia, o prospettiva sociale, che sottolinea "il valore morale dell'individuo"1) .

1. https://www.britannica.com/topic/individualism ("Individualism" on Encyclopedia Britannica Online) (13/6/2019)

Fonte:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/2a/Jose_Ortega_y_Gasset.jpg/220px-Jose_Ortega_y_Gasset.jpg (immagine-13/6/2019)
https://it.wikipedia.org/wiki/José_Ortega_y_Gasset (13/6/2019)
http://www.treccani.it/enciclopedia/ortega-y-gasset-jose/ (13/6/2019)

https://it.wikipedia.org/wiki/Prospettivismo (13/6/2019)
https://it.wikipedia.org/wiki/Esistenzialismo (13/6/2019)
https://it.wikipedia.org/wiki/Individualismo (13/6/2019)


martedì 11 giugno 2019

La folla nel presente e nel futuro

La massa ha in mano l’incertezza del futuro: vive il tempo della pienezza, un tempo che non riconosce modelli e norme dei tempi trascorsi e l’uomo vive pienamente il tempo e lo spazio.

Il mondo è un ventaglio di possibilità tra cui scegliere nell’ottica di un progresso quantitativo e potenziale.

Ecco che allora circostanza e decisione diventano gli elementi della vita, una vita paradossalmente di libertà in cui si è costretti a scegliere, a decidere per l’urgenza del presente, cosi come fanno i politici, i rappresentanti del potere pubblico del governo delle masse.

Sulla base di tutto ciò l’uomo corre il pericolo di retrocedere nella barbarie perché pur conquistando gli strumenti per avanzare nella Storia non ne percepisce lo Spirito che ha portato ad essi, ed il pericolo è prevedibile così come prevedibile è la Storia.

L’uomo del XIX è un rivoluzionario viziato dal mondo circostante tanto da aver portato le masse a considerare i benefici a sua disposizione, non una conquista e un sacrificio, ma un fatto naturale.

L’uomo si sente perfetto ma non è ignaro delle sue capacità critiche, solo che preferisce chiudersi.

Come pretendere allora che la massa si ribelli se agisce da sé stessa senza confronto.

Fonte: http://www.ilpensierostorico.com/2017/06/0-9-neoliberismo-e-manipolazione-di-massa/ (11/6/2019)

La folla nel passato

La moltitudine intesa come pienezza era già esistente nel corso della Storia in piccoli gruppi ad ognuno dei quali era associato un posto ed un ruolo, ma ora è diventata visibile perché ha lasciato il fondo dello scenario sociale ed ha conquistato un posto migliore.

La moltitudine è diventata massa all’interno di una dinamica dualistica e non gerarchica: minoranza e maggioranza, intendendo quest’ultima un insieme di persone non qualificate in maniera particolare.

La minoranza invece è fatta da singoli che hanno preso le distanze dalla moltitudine e separandosi dai più si sono associati tra di loro.


Dunque tutto ciò che caratterizza l’essere massa è distintivo del singolo che non valuta se stesso o meglio lo fa in rapporto al resto del mondo che diventa metro di giudizio e paragone, tanto da arrivare a pretendere di esercitare funzioni proprie delle minoranze. In passato secondo il concetto di iperdemocrazia ciò ha portato la massa ad essere insofferente a tutto ciò che la regola e rispetto nelle minoranze poiché possiede strumenti materiali giuridici e sociali che la autorizzano a farlo.

Fonte: http://www.ilpensierostorico.com/2017/06/0-9-neoliberismo-e-manipolazione-di-massa/ (11/6/2019)

Borseggiavano turiste in centro, il video della polizia li mostra in azione

La vittima del furto è stata una turista francese che, con il suo zainetto a spalla, passeggiava tra le vie del centro di Torino.
L’occhio di una telecamera di sorveglianza di un albergo ubicato vicino la stazione Porta Nuova è riuscito a riprendere nitidamente la scena del borseggio, avvenuto sotto i portici dell’affollata via Sacchi. Tre cittadini rumeni hanno avvicinato un gruppetto composto da tre donne: 2 di essi ne rallentavano il passo ponendosi davanti a loro e facevano in modo che una in particolare rimanesse in fondo; il terzo si avvicinava alle spalle della turista rimasta dietro e perpetrava il borseggio: nascondendo il movimento della mano con una cartina geografica, le sfilava delicatamente il portafogli dallo zaino.


L’articolo racchiude i concetti azione legata a movimento,progetto, rischio e fine perché la velocità del movimento ha permesso ai ladri di prelevare il portafoglio dallo zaino (fine). L'azione è stata progettata nei minimi dettagli infatti i borseggiatori hanno utilizzato una cartina geografica per nascondere il movimento della mano, nonostante corressero il rischio di essere scoperti.

Fonte: https://www.lastampa.it/2016/05/11/cronaca/borseggiavano-turiste-in-centro-il-video-della-polizia-li-mostra-in-azione-sAT9cEVsUwks6wRSNhptlO/pagina.html 
(11/6/2019)

La folla

La prima immagine che la parola “folla” suscita nella nostra mente è sicuramente quella di un gruppo immenso di persone riunite nello stesso luogo, ma diversamente da ciò che possiamo pensare, essa è uno stato d’animo comune, è il momento in cui il singolo esce dalla sua particolarità ed inizia a pensare come parte di un tutto unitario, di un’anima collettiva.

Immerso in questa moltitudine, l’individuo non è più mosso dalle sue istanza regolatrice e censorie, bensì dall’inconscio perdendo così la personalità cosciente.

Le Bon affermava: <<Nelle folle, l’imbecille, l’ignorante e l’invidioso sono liberati dal sentimento della loro nullità e impotenza, che è sostituita dalla nozione di una forza brutale, passeggera, ma immensa […]. Per il solo fatto di far parte di una folla, l’uomo discende di parecchi gradi la scala della civiltà. Isolato, sarebbe forse un individuo colto, nella folla è un istintivo, per conseguenza un barbaro>>. 

Come in un gregge di pecore attaccato da un lupo il panico si estende per contagio alla parte opposta del gregge e tutte le pecore fuggono anche se molte di loro non sono a conoscenza di ciò che sta accadendo, così diventa l’uomo nella folla: agisce senza preoccuparsi di ciò che sta succedendo e corre seguendo la direzione della folla.

Ecco dunque cos’è la massa: un’anima inconscia che si esalta, diviene violenta e odia la logica e il ragionamento.


Le idee possiedono all’interno della folla un forte potere contagioso e ciò fa sì che esse si radichino maggiormente. La volontà personale quindi si annulla e si inizia a cercare l’autorità di un capo, si accettano opinioni e idee proposte, considerandole come verità assolute.

Fonte: http://www.ilpensierostorico.com/2017/06/0-9-neoliberismo-e-manipolazione-di-massa/ (11/6/2019)

"Il Quarto Stato"

Nel dipinto Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo un corteo di lavoratori è in cammino. Sui volti si leggono fierezza e la volontà di rivendicare i propri diritti. 
Giuseppe Pellizza da Volpedo dipinse Il Quarto Stato con l’intenzione di documentare le rivendicazioni sociali della sua epoca.
Il titolo dell’opera, Il Quarto Stato, si riferisce ad un termine utilizzato durante la rivoluzione industriale ottocentesca. Si indicava, con esso, la classe lavoratrice formata da operai contadini e artigiani. Il termine nacque durante la rivoluzione francese per indicare lo strato più basso della società, quello dei subalterni al terzo stato, cioè la borghesia. I lavoratori rappresentati nel dipinto manifestano a difesa dei propri diritti e sono quindi in sciopero. La massa dei lavoratori avanza compatta e quindi assume forza e potere per contrattare il proprio giusto salario. I lavoratori escono dall’oscurità dell’ignoranza per conquistare un proprio posto al sole.


Scrisse Pellizza:

«La questione sociale s'impone; molti si son dedicati ad essa e studiano alacremente per risolverla. Anche l’arte non dev'essere estranea a questo movimento verso una meta che è ancora un’incognita ma che pure si intuisce dover essere migliore a petto delle condizioni presenti»

«Gli ambasciatori sono due si avanzon seri sulla piazzetta verso il palazzo del signor che proietta l'ombra ai loro piedi [...] si avanza la fame coi i suoi atteggiamenti molteplici - Son uomini, donne, vecchi, bambini: affamati tutti che vengono a reclamare ciò che di diritto - sereni e calmi, del resto, come chi sa di domandare ne più ne meno di quel che gli spetta - essi hanno sofferto assai, è giunta l'ora del riscatto, così pensano e non vogliono ottenere colla forza, ma colla ragione - qualcuno potrà alzare il pugno in atto di minaccia ma la folla non è, con lui, essa fida nei suoi ambasciatori - gli uomini intelligenti [...] Una donna accorso mostra il macilento bambino, un'altra, una terza, è per terra che tenta invano di allattare il bambino sfinito colle mammelle sterili - un'altra chiama impreca [...]»


"Il Quarto Stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo

Fonti:
https://www.analisidellopera.it/wpcontent/uploads/2018/10/Pellizza_da_Volpedo_Il_Quarto_Stato.jpg(immagine-11/6/2019)
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_quarto_stato (11/6/2019)


Elementi con significato filosofico

Alcuni oggetti sono metafore di concetti filosofici, ad esempio:

- matita (pencil): strumento per disegnare un progetto
- foglio (sheet of paper) : base su cui si sviluppa l'immagine del progetto 
- scatola (box)contenitore di idee
- sentiero (path): sentiero che viene percorso per arrivare alla fine di un progetto 
- anello (ring): simbolo di fedeltà e di unione di due strutture 
- impasto (dough): insieme di più elementi che interagiscono per arrivare ad un fine

L' "Arte della guerra"

Sun Tzu's nell' Arte della guerra si rivela un grande stratega, perché 

«[...] la strategia non è altro che trarre vantaggio da una situazione; una situazione che si deve saper progressivamente inclinare secondo una pendenza, sviluppandone la propensione favorevole in modo tale che gli effetti ne conseguano spontaneamente, senza dover più forzare alcunché.»
(Francois Jullien,Essere o vivere: Il pensiero occidentale e il pensiero cinese in venti contrasti, Potenziale situazione (vs Iniziativa del soggetto),p.15)

così come l'acqua fa breccia nelle rocce e travolge tutto ciò che incontra lungo il suo cammino, così l'esercito  travolge e conquista durante il suo cammino.


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L' "Arte della guerra" di Sun Tzu's


Fonti:
https://titusngdotcom.files.wordpress.com/2013/03/suntzu.gif (immagine-11/6/2019)
Feltrinelli, Francois Jullien, Essere o vivere: Il pensiero occidentale e il pensiero cinese in venti contrasti, Potenziale situazione (vs Iniziativa del soggetto), 2016, p.15

Il cervello

Gli esperimenti di molti scienziati nel corso dei secoli, in particolare quello di Hubel e Wiesel rafforzarono l’idea che il cervello fosse organizzato come un mappa, con aree specifiche che corrispondono a regioni determinate dell’organismo, con le quali sono connesse e alle quali rispondono e reagiscono. Insieme all’immagine dinamica dell’attività celebrale, un altro elemento che si è rivelato fondamentale per capire il funzionamento del nostro cervello è il connettoma, ovvero la mappa globale delle connessioni che i neuroni stabiliscono nel cervello. Se l’attività celebrale è il traffico neurale che si produce nella nostra mente, il connettoma potrebbe essere descritto come la cartina stradala lungo la quale quei percorsi si dipanano. L’esempio più immediato di come i neuroni codificano le informazioni sta nel rapporto con l’ambiente che ci circonda. Il mondo offre innumerevoli stimoli che possiamo percepire. I nostri organi di senso rilevano tali stimoli, i quali si trasformano tutti in impulsi nervosi elettrici e chimici, che viaggiano fino al cervello, il quale li deve poi interpretare. Tutto ciò dà una vaga idea di quanto sia ingarbugliata la matassa che costituisce il nostro cervello.

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Mappatura del cervello

Fonti:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/fa/Phrenology1.jpg/200px-Phrenology1.jpg (immagine-11/6/2019)

Il gioco degli scacchi

Le macchine possono giocare bene a scacchi?
Gli scacchi sono stati considerati da molti come un’attività in cui emergono le qualità della nostra mente e in cui si mettono in campo capacità razionali: occorre quindi ragionare pensare. E’ per questo un’attività non meccanizzabile. Kasparov, campione di scacchi, non aveva mai perso un torneo fino a quando non disputò un match con Deep Blue, una macchina dalla quale venne proprio sconfitto. La sfida divenne una metafora dello scontro tra uomo e macchina.
Il campione affermò: “Posso percepire, ne sento persino l’odore, un nuovo tipo di intelligenza dall’altra parte del tavolo”. Questo vuol dire che con il tempo ogni capacità operativa dell’uomo, potrà essere simulata o riprodotta.



Il vello d'oro

Secondo la mitologia greca, il vello d'oro era il manto di un ariete dorato di nome Crisimalloche aveva il potere di guarire le ferite.  Ermes donò Crisimallo a Nefele, una ninfa delle nubi che sposò Atamanete re di Beozia. Inizialmente, Atamante, ripudiò la moglie Nefele per sposare Ino, la quale odiava i figli di primo letto del re Elle e Frisso, e cercò di ucciderli per permettere a suo figlio di salire al trono. 

Venuta a conoscenza dei piani di Ino, Nefele chiese aiuto ad Ermes, che le inviò Crisomallo, il quale caricò in groppa i due fratelli e li trasportò volando nella Colchide. Durante il volo, Elle cadde in mare ed annegò, mentre Frisso arrivò a destinazione e venne ospitato da Eete, figlio del dio Elio e di Perseide.Frisso sacrificò l'animale agli dei, donando il vello a Eete, che lo nascose in un bosco, dove rimase intatto e tenuto come un grande tesoro dagli abitanti del luogo.

Il vello d’oro è un mito che lega l'azione, movimento e fine, infatti Nefele chiede aiuto ad  Ermes per salvare i suoi figli (azione).
Il messaggero degli dei invia Crisimallo, che volando (movimento) porta in salvo il giovane Frisso (fine).

giovedì 6 giugno 2019

"Zio Paperino e le camomobili"

Nel fumetto "Zio Paperino e le camomobili", nonna Papera ha un eccesso di camomilla nella sua fattoria, quindi lo scienziato Archimede sviluppa un prototipo di un motore ecosostenibile per usarla usa come carburante.
Paperone prende il prototipo e produce le “camomobili” nelle sue fabbriche.
Invece Rockerduck, l'antagonista di Paperone negli affari, produce una macchina che usa come combustibile il caffé.
In seguito, entrambi i miliardari vengono convocati dal sindaco della città che li multa per le conseguenze dei vapori sugli automobilisti di Paperopoli  e li costringe a sospendere la produzione delle automobili ecologiche. 

L’estratto racchiude i concetti azione legata a causa,progetto e effetto, perché se Nonna Papera non avesse avuto una sovrabbondanza di camomilla, Archimede non avrebbe progettato il motore ecosostenibile e di conseguenza Paperone non avrebbe prodotto in serie le “camomobili” e non si sarebbero verificati gli effetti negativi sulla popolazione.

Scenette del fumetto di "Zio Paperino e le camomobili"



"Paperinik, la doppia vita di un supereroe"

Il fumetto ”Paperinik, la doppia vita di un supereroe”, mostra il protagonista, che cerca di compiere azioni a fin di bene, ma che si concludono in situazioni comiche, ad esempio viene deriso da una coppia di criminali, perché gli si strappa la tuta durante l'arresto oppure rimane appeso dolorante sul ramo di un albero dopo aver subito i graffi di un gattino che non voleva scendere.

In questi brevi racconti sono presenti i paradigmi dell'azione e del fine, perché con l'intento di aiutare il prossimo svolge delle buone azioni, ma si risolvono in momenti esilaranti.


Scenette del fumetto di "Paperinik, la doppia vita di un supereroe"


"Nonna Papera e la fattoria ecosostenibile"

Il fumetto "Nonna Papera e la fattoria ecosostenibile" descrive attraverso le domande dell'intervista che Qui, Quo e Qua (i nipoti di Paperino) rivolgono a nonna Papera il significato di ecosostenibile in una fattoria. La nonna mostra fiera tutti gli elementi che permettono la produzione di energia in modo ecologico, ad esempio i pannelli solari e le pale eoliche. 

Questo fumetto è un esempio rappresentativo di azione legata al progetto e al fine, perché attraverso la costruzione e l'installazione di macchine ecologiche si ottiene energia pulita riducendo al minimo l'inquinamento.
In casi di necessità e carenza di energia, ad esempio se non soffia il vento, viene azionato un dispositivo elettrogeno in grado di produrre energia utilizzando come carburante gli scarti di cibo.

Scenette del fumetto "Nonna Papera e la fattoria ecosostenibile"

Fonte: http://www.topolino.it/archivio-storie/nonna-papera-e-la-fattoria-ecosostenibile/ (05/06/2019)

giovedì 30 maggio 2019

La Titanomachia - iconografia della potenza

Nella mitologia greca viene detta Titanomachia la lotta condotta da Zeus e i suoi fratelli contro i Titani. Nella titanomachia si affrontarono due fazioni, quella capitanata da Zeus, che vedeva tutti gli dei dell'Olimpo più i Ciclopi e gli Ecatonchiri (giganti dalle cento braccia), in guerra contro la fazione dei Titani guidati da Crono. La Titanomachia durò più di duecentocinquantamila anni, in cui le lotte tra i due schieramenti si susseguirono di continuo.

Consideriamo la Titanomachia il simbolo della potenza, perché grazie alla potenza dei Ecatonchiri gli dei riuscirono a sconfiggere i Titani, che vennero incatenati e fatti precipitare nel Tartaro.




"La caduta dei Titani" di Pieter Paul Rubens

Orfeo e Euridice - iconografia della reazione

Orfeo fu un famoso poeta e “musico”. Apollo gli donò la lira e le muse gli insegnarono a suonarla. Egli, oltre ad essere un bravo musicista, era un ragazzo molto coraggioso, infatti decise di partire con gli Argonauti salpando con essi per la Colchide alla ricerca del vello d’oro. Al ritorno da questa avventura sposò Euridice.
Un giorno, nella vallata del fiume Peneo, Euridice incontrò Aristeo il quale cercò di abusare di lei, la ragazza nel tentativo di sfuggire, calpestò un serpente che la morse provocandole la morte. Il coraggioso Orfeo, disperato per la morte della sua amata, decise di scendere nel Tartaro con la speranza di ricondurla sulla terra. Arrivato nell'Oltretomba, riuscì ad incantare Caronte, Cerbero e i tre giudici dei morti con la sua dolce musica. Persefone, intenerita dall’amore di Orfeo, permise all’innamorato di riavere la moglie, soltanto se, durante il tragitto che li avrebbe condotti fuori dall’Ade, egli non si sarebbe mai voltato a guardarla. I due, Orfeo avanti e l’ombra di Euridice indietro, intrapresero così questo cammino nel tentativo di ritornare insieme nel mondo dei vivi. Ad accompagnarli c’era Ermes, il messaggero degli dei. Proprio sulla soglia Orfeo si voltò perché convinto di essere ormai del tutto fuori. Euridice, che però non era ancora uscita, scomparve per sempre.


Possiamo definire Orfeo il simbolo della reazione, perché a causa della sua reazione frettolosa all’uscita dall’Ade, perde Euridice per sempre.

Orfeo e Euridice: il mito
"Orfeo e Euridice" di Federico Cervelli

Fonti:
https://www.elicriso.it/it/mitologia_ambiente/orfeo_euridice/ (30/5/2019)
https://doc.studenti.it/appunti/italiano/2/mito-orfeo-euridice.html (30/5/2019)
https://it.wikipedia.org/wiki/Orfeo (30/5/2019)
https://www.elicriso.it/it/mitologia_ambiente/orfeo_euridice/immagini/orfeo_euridice.jpg (immagine-30/5/2019)

Il Labirinto di Cnosso - iconografia dell'effetto

Il labirinto di Cnosso fu fatto costruire dal re Minosse sull'isola di Creta per rinchiudervi il mostruoso Minotauro, nato dall'unione della moglie del re, Pasifae, con un toro. Egli incarica Dedalo di progettare un luogo inaccessibile, così venne costruito il labirinto, un intrico di corridoi e di vicoli ciechi in cui è impossibile ritrovare la strada di uscita.

Definiamo il labirinto di Cnosso il simbolo dell'effetto, perché se il Minotauro          (iconografia della causa) non fosse natoil re di Creta non avrebbe fatto costruire questa struttura per tenerlo nascosto.

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Mosaico raffigurante il labirinto di Cnosso

Fonti: 
http://www.laricerca.loescher.it/images/stories/attualita/lingue_classiche/minosse/Mosaico_col_Labirinto.jpg (immagine-30/5/2019)
https://it.wikipedia.org/wiki/Labirinto_di_Cnosso (30/5/2019)

Il viaggio di Enea - iconografia del fine

L’Eneide è un poema in dodici libri che narra le vicende mitiche dell’eroe troiano Enea, dall’abbandono della sua terra natia all’arrivo nel Lazio, dove fondò una comunità che sarà all’origine di Roma e del popolo romano.

«Canto l'armi e l'eroe, che primo dai lidi di Troia, profugo per fato, giunse in 
Italia alle spiagge di Lavinio, vessato alquanto attraverso terre e in aperto mare 
da ira divina, […]»

(Publio Virgilio Marone, Eneide, Proemio)


Possiamo definire il viaggio di Enea simbolo del fine, perché porta a compimento il suo compito predetto della profezia del padre Anchise, mostratogli nel momento in cui scese negli Inferi guidato dalla Sibilla.


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Virgilio con un rotulus dell'Eneide tra Clio e Melepomene


Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Eneide#Contenuto (30/5/2019)
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/90/GiorcesBardo42.jpg/800px-GiorcesBardo42.jpg (immagine-30/5/2019)

Il Minotauro - iconografia della causa

Minosse, re di Creta, non era ben visto dal suo popolo, in quanto il suo vero padre era Zeus. Il re, disperato, pregò Poseidone, il dio del mare, di inviargli un toro come simbolo dell'apprezzamento degli dei verso di lui in qualità di sovrano, promettendo di sacrificarlo in onore del dio. Poseidone acconsentì e gli donò un bellissimo e possente toro bianco di gran valore. 

Vista la bellezza dell'animale, però, Minosse decise di tenerlo per montare le sue greggi e ne sacrificò un altro. Il dio del mare allora, per punirlo, fece innamorare perdutamente Pasifae, moglie di Minosse, del toro stesso. Ella riuscì a soddisfare il proprio desiderio carnale nascondendosi dentro una giovenca di legno costruita per lei dall'artista di corte Dedalo. Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro.

Consideriamo il Minotauro simbolo di causa, in quanto se il re di Creta avesse compiuto il sacrificio da lui promesso non sarebbe nata una creatura con il corpo umanoide e bipede, ma con gli zoccoli, la pelliccia bovina, la coda e la testa di toro.

Immagine del minotauro su una Kylix (coppa di vino in ceramica)

Fonti:

Mappa concettuale revisionata

Sulla base dell'approfondimento svolto, la mappa concettuale iniziale può essere revisionata nel seguente modo.


La parola azione è legata al concetto di movimento, ad esempio nel corpo umano ogni azione corrisponde al movimento di un muscolo o di un arto.
Oggigiorno, si cerca con tecniche innovative e all'avanguardia di realizzare attraverso le protesi artificiali movimenti sempre più vicini a quelli naturali.
Queste apparecchiature sono realizzate sulla base di un progetto con il fine di migliorare la vita delle persone affette da deficit motori e n
onostante le protesi abbiano un obiettivo positivo, esiste sempre il rischio di rigetto a causa di complicanze post-operatorie.
Al fine di migliorare la vita quotidiana delle persone, gli ingegneri e i medici collaborano con consapevolezza e la speranza di ottenere risultati sempre migliori e duraturi nel tempo. 

martedì 28 maggio 2019

Icaro - iconografia del movimento

Nell'isola di Creta, il re Minosse chiese a Dedalo di costruire il labirinto per imprigionare il Minotauro. Avendolo costruito, e quindi conoscendone la struttura, a Dedalo e suo figlio fu preclusa ogni via di fuga da Creta da parte di Minosse, poiché temeva che ne fossero svelati i segreti e vennero, perciò, rinchiusi nel labirinto.
Per scappare, Dedalo costruì delle ali e le attaccò ai loro corpi con la cera. Malgrado gli avvertimenti del padre di non volare troppo alto, Icaro si fece prendere dall'ebbrezza del volo e si avvicinò troppo al sole; il calore fuse la cera, facendolo cadere nel mare dove morì. 
Possiamo considerare Icaro simbolo di movimento contro natura, perché grazie al moto delle ali voleva assomigliare a un uccello per conquistare la libertà, ma la sua esuberanza lo spinse a superare il limite a lui concesso, facendolo precipitare in mare.



"Dedalo e Icaro", opera di Lord Frederic Leighton


Fonte: 
https://it.wikipedia.org/wiki/Icaro (28/5/2019)
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/10/Lord_Frederick_Leighton_FLL006.jpg/800px-Lord_Frederick_Leighton_FLL006.jpg (immagine-30/5/2019)

Il cavallo di Troia - iconografia dell'azione

Il cavallo di Troia è una macchina da guerra che fu usata dai greci per espugnare città di Troia
Possiamo definire questa costruzione come simbolo di azione contro natura, perché ha la forma di un cavallo, ma al suo interno nascondeva i soldati greci che, approfittando della notte, attaccarono il popolo Troiano espugnando la città. 

Per il mondo antico il cavallo di Troia rappresenta l'idea di macchinazione, come testimonia la frase di Virgilio:

«[...] O chiusi in questo legno si tengono nascosti Achei, o questa macchina è fabbricata a danno delle nostre mura, per spiare le case e sorprendere dal alto la città, o cela un’altra insidia: Troiani, non credete al cavallo. Di qualunque cosa si tratti, ho timore dei Danai anche se recano doni.»

(Publio Virgilio MaroneEneide, libro II, vv. 40-50)



Modello di cavallo di Troia utilizzato durante le riprese del film "Troy"

L’internazionalismo marxista in contrapposizione con il socialismo nazionale di Gasset

In contrapposizione con il socialismo nazionale di Gasset, l’internazionalismo marxista sosteneva che la dinamica della storia è letta come lotta di classe tra una classe in ascesa e una al potere, che è sempre esistita: dai patrizi ai plebei sino alla borghesia e al proletariato.
La borghesia ha rivoluzionato i rapporti di produzione dell’aristocrazia e non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione e rapporti.
Marx riconosce alla borghesia il merito di aver fatto progredire il mondo facendolo uscire dal feudalesimo, ma ritiene che la società capitalistica non possa durare a lungo, in quanto i ricchi diverranno sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri e i ceti medi spariranno.

Le previsioni marxiste sono state però smentite dalla storia dell’ultimo secolo che ha visto invece crescere il ceto medio fino a costituire la stragrande maggioranza della popolazione.
Ortega invece non riconosce nelle masse un ruolo determinante in quanto “essa è venuta al mondo per essere diretta, influenzata, rappresentata, organizzata – fino a cessare d’esser massa, o, per lo meno, ad averne l’aspirazione. Però non è venuta al mondo per fare tutto questo da sé. Le occorre riferire la sua vita a un’istanza superiore, costituita dalle minoranze eccellenti."(2)

Fonte:
http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/OrtegaRibellioneMasse.pdf (28/5/2019)
(2) http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/OrtegaRibellioneMasse.pdf (La ribellione delle masse, cap. Il maggior pericolo: lo stato)(28/5/2019)

L'uomo massa per José Ortega y Gasset

“L’uomomassa è luomo la cui vita manca di programma e corre alla deriva. Per questo non costruisce mai, sebbene le sue possibilità e i suoi poteri, siano enormi: questo tipo d’uomo decide nel nostro tempo."(1)
Mentre nel passato, vivere significava per l’uomo medio incontrare nell’ambiente difficoltà, pericoli, angustie, limitazioni del destino e soggezione, il mondo nuovo appare in un ventaglio sicuro di possibilità illimitate, dove non si dipende da nessuno.

In conclusione, nella parte finale del saggio in questione, si evince che nel momento in cui le élites dovessero “scomparire” dal panorama storico, si potrebbe parlare di una possibile dittatura dell’uomo medio, conseguenza del sistema democratico.

Fonte:
http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/OrtegaRibellioneMasse.pdf (28/5/2019)
(1) http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/OrtegaRibellioneMasse.pdf(La ribellione delle masse, cap. Un dato statistico) (28/5/2019)

La massificazione secondo José Ortega y Gasset

La massificazione ha per Ortega y Gasset effetti deleteri sulla società. Innanzitutto, viene a mancare la spinta a migliorarsi che era propria delle "minoranze elette”. In secondo luogo, la massa pretende ora di esercitare "attività speciali", come "le funzioni di governo o di giudicare politicamente sugli affari pubblici" che richiedono competenze "speciali", cosa che prima non pretendeva di fare, consapevole della "sua funzione in una sana dinamica sociale". In altre parole, per Ortega y Gasset, la massa prima sapeva di "dover stare al suo posto", ora pretende di assumere direttamente compiti di governo e di guida della società. 

Fonte: http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/OrtegaRibellioneMasse.pdf (28/5/2019)

"La ribellione delle masse"

Nella trattazione del filosofo e saggista spagnolo Josè Ortega y Gasset, da noi analizzato,
la cosiddetta “azione diretta”  viene considerata come la sovversione di un ordine (in senso lato) e la conseguente proclamazione della violenza come “prima ratio”.
Nel saggio in questione l’autore collega il termine azione al concetto di ascesa delle masse nel corso della storia. Le masse hanno deciso di avanzare al primo piano sociale, per poter godere di piaceri e privilegi che prima erano patrimonio di pochi, hanno sovrastato le minoranze, non le ubbidiscono, non le seguono, non le rispettano, al contrario, le mettono di lato e le soppiantano. La loro ascesa significa un meraviglioso aumento di vitalità e di possibilità.

lunedì 20 maggio 2019

Significato di azione

Azione, parola comune dal significato banale e semplice agli occhi dei più, riconducibile spesso ad una sua generalizzazione, tipicamente usata dal punto di vista fisico, ma essa non ‘’possiede’’ esclusivamente un’unica possibile interpretazione, al contrario, si contraddistingue per la moltitudine di sfaccettature concettuali che essa presenta.

azióne s. f. [dal lat. actio -onis, der. di agĕre «agire», part. pass. actus]. – 1. a. L’agire, l’operare, in quanto espressione e manifestazione della volontà; s’identifica ora con atto (considerata in questo caso l’azione come atto singolo, rivolto a un determinato fine), ora con attività (considerata nella sua durata e contrapposta spesso a pensiero, oppure a passività, inerzia)


(Treccani)


Fonte:http://www.treccani.it/vocabolario/azione1/ (20/5/2019)

Mappa concettuale iniziale

L'inizio dell'approfondimento si basa sul queste parole chiave collegate al concetto di azione.


Modelli nella storia dell'ingegneria dalla guerra di secessione americana al giorno d'oggi

La guerra di secessione americana creò un numero di amputazioni molto alto, costringendo così gli americani a entrare nel campo della protesi e molti soldati resi invalidi insieme agli studiosi hanno contribuito a trasformare e far avanzare il campo protesi.

Oggigiorno, i nuovi dispositivi sono modellati sul paziente, con l’avvento dei microprocessori, dei chip di computer e della roboticale protesi sono progettate per far tornare coloro che hanno subito un’amputazione allo stile di vita a cui erano abituati.
Le protesi sono più realistiche, hanno coperture in silicone e sono in grado di mimare la funzione di un arto naturale ora più che in passato.


protesi moderna

Fonte: 
http://www.pietrodifalco.com/tecnico-ortopedico__trashed/protesi/storia-delle-protesi/  (20/5/2019)
http://invisibili.corriere.it/files/2013/05/Mano07_941-705_resize8.jpg (immagine-20/5/2019)